E se il tuo sito fosse orribile?

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Se te lo stai chiedendo vuol dire che in fondo lo sai già.

Scrissi un articolo tempo fa, ero appena andato via dalla web agency in cui lavoravo come web consultant ed avevo un po’ il dente avvelenato con alcune persone e un modo di fare web che trovavo sbagliato. Era il 2014.

Il titolo: La bellezza ci salverà? Piccolo manuale di sopravvivenza per proprietari di siti brutti, quella frase, “la bellezza ci salverà“, era un po’ come quella che ripetevamo all’inizio della pandemia COVID: “Andrà tutto bene… Ne usciremo migliori…” e invece un cavolo.

Ecco, è passato qualche anno e la bellezza non ci ha salvato. I siti brutti ci sono ancora.

Non solo, qualcuno ha addirittura fatto business su questo, andate a vedere questa gallery: https://brutalistwebsites.com/, poi mi direte ed è da li che ho preso l’immagine di anteprima.

Ovviamente in questo caso c’è una precisa scelta e uno studio che se vogliamo può anche essere interessante. Ma i siti brutti e senza scuse, ci sono ancora.

La realtà è peggio di quel che si immagina

Sto lavorando ad un progetto web nel settore della vivaistica e analizzando la concorrenza, mi sono trovato di fronte ad un caleidoscopio di immondezza digitale.

Siti che non solo sono brutti e senza capo né coda, ma sono fatti male anche dal punto di vista semantico, dal punto di vista SEO, con vistosi errori di italiano ecc. ecc.

Insomma, per usare un’espressione del mio vecchio articolo un cimitero del buon gusto.

Nelle prossime settimane quando sarà online questo nuovo progetto, vedremo come i motori di ricerca e poi gli utenti, reagiranno a qualcosa di nuovo.
Non tanto per la novità, non c’è alcuna novità, ma quanto piuttosto come reagiranno all’equilibrio, all’armonia e ai contenuti organizzati secondo uno schema logico.

Parafrasando una celebre frase:

La vita è troppo breve per navigare su siti brutti.

Cit.

Cosa posso fare se il mio sito aziendale fa schifo?

Innanzitutto, puoi metterlo in “modalità manutenzione” e farlo vedere a qualcuno (me per esempio), in modo da capire cosa si può fare per migliorarlo.

Tenersi un sito orrendo non è una buona idea, lo dissi allora e lo ripeto adesso cercando di essere più chiaro:

Quando un utente entra in un sito brutto, dopo pochi secondi esce e non ci torna più.

Soprattutto associa il sito brutto all’azienda e le attribuisce una forte connotazione negativa, cercando quindi alternative cioè i concorrenti.

Non mi sembra strano, né difficile da capire e dal punto di vista reputazionale è un suicidio.

Un’altra cosa, se il sito è brutto non lo decidete voi proprietari del sito, ma gli utenti. E in qualche misura lo decidono anche i motori (Google, Bing) penalizzandolo e facendolo scivolare in basso nei risultati di ricerca.

Non tutti i settori sono uguali

Mi rivolgo soprattutto a chi opera nel turismo, dove si vedo le peggiori schifezze, sembra che questa in arrivo sarà una stagione interessante, ma sarà anche una stagione di forte concorrenza, se vi viene il dubbio che il vostro sito sia migliorabile, chiedete una consulenza.

Chiedete una consulenza ora, che siamo a febbraio, a giugno i giochi saranno fatti.

Qui a Olbia e dintorni ci sono molti professionisti che si occupano di web, per cui non sarà difficile trovare qualcuno che possa darvi una mano.

Prima di fare una scelta magari provate a porvi (e porre) qualche domanda e magari guardare il loro portfolio, in maniera da capire se fa al caso vostro.

Tenete a mente che se avete dei dubbi sul vostro sito, probabilmente la situazione è peggiore di quello che immaginate, perché come si suol dire l’occhio del padrone ingrassa il cavallo.

Avrete capito che mi piace la saggezza popolare, per cui cerco di rafforzare l’idea:

Se c’è un dubbio non ci sono dubbi. Se vi sembra brutto, probabilmente fa cacare.

Come per gli antichi greci in questo caso essere brutto è difetto ontologico, un difetto dell’essere, non bastano un po’ colore e un paio di foto.

Brutto vuole dire che non funziona. Che non comunica in maniera efficace e inoltre Google lo rimuoverà dai risultati di ricerca spostandolo in n-esima pagina, ma in fondo.

Come fare per sistemare un sito brutto

Pochi consigli veloci:

  1. Fatelo controllare e verificare da un professionista che vi dirà subito se si può sistemare, come, in quanto tempo e con che spesa.
  2. Fate due conti e trovate il budget che vi serve per rifarlo.
  3. Appena finito lanciatelo con una adeguata campagna social che faccia dimenticare il vecchio sito.

Semplice no?

Approfondimenti

Due miei articoli sul tema