Cose da fare assolutamente quando pubblichi sul blog

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Ciao Marco hai letto il nuovo articolo sul mio blog?” “Ciao! No in realtà non sapevo che avessi scritto un nuovo articolo…

Iniziava in questo modo qualche giorno fa, la conversazione al telefono con una mia cliente. Approfitto così per parlare di una cosa che avevo dato per scontata, ma che evidentemente non lo è.

Alla lunga i contenuti pubblicati sui blog hanno sempre la meglio sull’effimera platea dei social. Anche grazie a un buon lavoro di SEO chi è interessato troverà più facilmente su un blog ciò che cerca. Ma, come diceva JMK “nel lungo periodo saremo tutti morti”. Ecco perché occorre far sì che ci leggano, prima che i nostri contenuti invecchino.

Perché non ti leggono?

Il blogger professionista sa esattamente tutto ciò che è necessario fare per alimentare il suo blog. Chi invece ha iniziato da poco e tiene un blog come supporto di marketing alla propria attività, magari non sa che deve fare un po’ di promozione per avere un po’ di traffico.

Il problema

Lo scenario dunque è questo: una cliente con una professione particolare e interessante, in un contesto molto esclusivo come la Costa Smeralda. Un luogo in cui ci sono tante cose interessanti da raccontare specie nel suo settore, la gestione di patrimoni immobiliari. Cose che per i suoi clienti, facoltosi proprietari di immobili sono essenziali. Questa cliente ha un blog ma posta poco (per ora).

Lei vuole far sapere che ha scritto un nuovo pezzo sul blog e possibilmente farlo sapere anche a chi ancora non la segue e allargare il suo pubblico.

Nulla di strano. E` esattamente il problema che tutti noi dobbiamo affrontare, nel momento in cui decidiamo di pubblicare dei contenuti sul web in maniera autonoma.

Desideriamo che i nostri lettori vadano sull’articolo, lo leggano e magari se è il caso lascino anche un commento.

Tutto questo è abbastanza logico se abbiamo un pubblico affezionato che ci segue. Vale anche se il nostro blog tratta di argomenti popolari ed è all’interno di una rivista online che consultiamo tutti i giorni.

Però se il nostro è un argomento molto specifico e non scriviamo da un po’ di tempo, è probabile che presi dalla vita frenetica di oggi, i nostri lettori si siano persi qualche post. Si siano quindi disabituati a leggerci e non vadano più spontaneamente a vedere se c’è qualcosa di nuovo.

Un tempo erano molto di moda i Feed RSS, tanto che i maggiori client di posta avevano (hanno ancora) un’apposita sezione per aggregarli. Mi pare che oggi siano caduti un po’ in disuso.

Adesso però, esistono dei servizi di notifica molto interessanti. Servono per avvisare lettori abbonati che abbiamo pubblicato un nuovo pezzo. Io per esempio uso Onesignal, sia su questo blog che su altri che gestisco.

In pratica quando una persona entra per la prima volta nel blog, se è interessato, può accettare di ricevere una notifica sul proprio dispositivo. Qualunque esso sia, ogni qualvolta c’è un aggiornamento. Io lo trovo comodissimo e sono “abbonato” a diversi siti. Onesignal non fa solo questo, è un vero e proprio strumento di web marketing, ma per ora ci interessa solo il fatto che sia in grado di avvisare i nostri lettori che abbiamo pubblicato qualcosa.

Resta aperta la questione principale: come far arrivare i nuovi contenuti a chi nemmeno sospetta della nostra esistenza? È questo l’argomento di cui volevo parlare oggi.

Come far sapere a un potenziale lettore che ho scritto qualcosa (di nuovo) e che potrebbe essere interessante per lui?

La forza dei social

È una banalità, lo sanno tutti, ma invero pochi poi lo mettono in pratica. Bisogna condividere il proprio blog sui social sistematicamente, tutti gli articoli del blog e farlo a cadenza periodica.

Postiamo in continuazione contenuti di ogni genere, condividiamo link di chiunque sui nostri profili social e allora per quale motivo non farlo anche con il proprio blog aziendale?

Non entro per ora nel merito di quale canale utilizzare, cioè di quale sia il più adatto al nostro business. So per certo che esiste un canale social preferito che utilizziamo con le persone che ci stanno intorno e ci seguono. Quello probabilmente, è il posto giusto per iniziare a condividere un contenuto, spesso anche per un contenuto professionale.

Non l’unico, ma è un inizio. Poi ci si può strutturare, ma si deve iniziare.

Non siete orgogliosi del vostro lavoro? Io sì e quindi ne parlo. Tra le tante futilità che posto ogni giorno, sicuramente c’è anche lo spazio per qualcosa di serio.

L’efficacia di Google

Chi è interessato ai nostri contenuti e li cerca attivamente invece, non avrà difficoltà a trovarli su Google. Dal momento che tutti stanno su qualche piattaforma social è evidente però che li troveremo i nostri lettori almeno per fargli sapere che ci siamo.

Allo stesso tempo però Google ci permette, quasi come un social, di condividere sul servizio Google My Business i nostri contenuti. My Business poi li rende visibili a tutti quelli che cercano un servizio come il nostro, nella nostra zona.

To do, cose da fare sempre

Ecco quindi una specie di check list di cose da fare immediatamente dopo aver finito di scrivere un articolo di blog:

prima di pubblicare:

  • assicurarsi che sia tutto in ordine, che non ci siano errori di ortografia (possibilmente far leggere l’articolo a qualcun altro);
  • che la parte SEO sia a posto e i link funzionananti;
  • assicurarsi di avere attivato un sistema di notifica sull’articolo (es. Onesignal);
  • essere certi di avere una foto di anteprima gradevole e di dimensioni adatte anche ai social;
  • controllare di aver un titolo ed una descrizione dell’articolo che sia adeguata al social.

dopo aver pubblicato:

  • condividere il nostro articolo sui social: Facebook, Linkedin, Twitter, Instagram ecc. Non copiate semplicemente il link dell’articolo, ma scrivete un post di presentazione specifico e adatto per ogni piattaforma. Alla fine inserite il link (l’anteprima viene generata automaticamente);
  • condividere l’articolo utilizzando i post di Google My Business (soprattutto se si tratta di una attività con una sede fisica).

Tutto questo ovviamente non esaurisce le serie di attività che servono per alimentare le visite al blog, ma è davvero l’indispensabile ed è alla portata di chiunque. Soprattutto è alla portata di piccole strutture. Infatti, anche se non si possono permettere di avere un SMM a tempo pieno, possono comunque farsi conoscere e interagire con il proprio pubblico. Poi se ci si ingrandisce si passa a soluzioni professionali.

Vita reale

Sabato scorso ho seguito un convegno a Olbia sull’enoturismo. Durante i lavori sono emerse una mole notevole di criticità, proprio nella capacità di comunicazione degli operatori nel settore vitivinicolo collegato. Molte di queste criticità però, sono facilmente superabili con risorse interne all’azienda. Serve un po’ di buona volontà e l’umiltà di capire che se si vuole fare comunicazione ci si deve attrezzare, soprattutto culturalmente, e investire.

Abbiamo scoperto, grazie al prezioso lavoro di Giulia Eremita e di Giacomo Del Chiappa un mondo molto interessante. Dai dati emerge però un panorama in chiaroscuro. Molte aziende si affidano più ai social che ai siti web e blog aziendali e inoltre i due canali sono spesso scollegati.

È evidente come ci sia una carenza culturale di fondo, che tende a non integrare i canali di comunicazione. I siti sono fondamentalmente statici e l’attività di blogging viene svolta sui social, quindi con un approccio superficiale e del tutto nelle mani delle piattaforme.

Conclusioni

Il sito e soprattutto il blog aziendale, va tenuto vivo e condividere i contenuti sui social è un modo per farlo, uno dei modi.

Inoltre per completare il discorso, la portata (la famosa reach) organica dei nostri post sui social si è molto ridotta. Non possiamo sperare di farci pubblicità “a gratis”. Dovremo sempre più investire nell’ADV, se vogliamo stare sui social e stabilire metriche adeguate ovviamente, come chiarisco qui

Questo deve essere chiaro: i social sono paid media per le aziende.

Detto questo, non condividere ciò che scriviamo, almeno con i nostri amici è davvero imperdonabile.

Conoscete la famosa e discussa teoria dei sei gradi di separazione? Dice sostanzialmente che è possibile stabilire un collegamento con qualunque altro abitante del pianeta in non più di sei passaggi.

Questo era vero dieci anni fa. Qui in questo link https://research.fb.com/blog/2016/02/three-and-a-half-degrees-of-separation/ Facebook ci spiega come ora grazie ai social i sei gradi di separazione sono diventati tre e mezzo.

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