Fare web marketing senza soldi è possibile?
In generale NO, non sarebbe possibile, però…
Giorgio e Nina hanno un sogno: far partire la loro attività di agricoltura biologica urbana ma sono giovani e non hanno tanti soldi, anzi non ne hanno proprio.
Giorgio e Nina però, sanno che la loro è una idea interessante e sanno che a molti piacerebbe poter acquistare prodotti biologici a km zero. Prodotti coltivati secondo i ritmi della natura, magari in un’oasi verde della propria città.
Hanno un piccolo appezzamento di terra lasciato dai nonni di Giorgio, un orto insomma, dentro un cortile del centro storico. L’orto produce già ortaggi di ottima qualità e hanno alcune arnie sul terrazzo di casa.
La strategia, cosa vendere e a chi
La loro idea è:
- Vendere i propri prodotti localmente, nella loro stessa città.
- Abbattere i costi della consegna che avverrebbe porta a porta.
- Ricevere le ordinazioni tramite un sito web con un piccolo ecommerce, telefonicamente, via Whatsapp o via email .
Una piccola attività sostenibile e a costi limitatissimi che potrebbe produrre materie prime di ottima qualità per un target di ristoratori e privati attenti a ciò che si porta in tavola.
Low Budget
Giorgio e Nina hanno investito praticamente tutto nell’orto e adesso serve il sito per fare promozione e vendere i prodotti. Sono quindi in una fase di stallo, anche perché girare porta a porta richiede tempo, carburante e non sempre si riesce a vendere, ma soprattutto non seleziona a dovere il target di clientela.
Giorgio e Nina però hanno molti amici e tra loro qualcuno come me che si occupa di web marketing, per cui hanno deciso di chiedere un consiglio, anche per rendersi conto di quanto può costare fare un sito web che funzioni.
Così abbiamo deciso di sederci attorno a un tavolo e studiare il problema.
Il prodotto esiste ed è buono, chi lo ha provato è contento e quindi ci sono spazi per poterlo commercializzare e anche i potenziali clienti.
Ma li conoscono davvero in pochi. Quanti clienti fidelizzati servono, per avere un reddito annuo dignitoso, pagando anche le tasse? È evidente che bisogna allargare un po’ il giro.
È anche evidente che servono dei soldini per iniziare. Va bene amici ma anche io devo pagare le bollette e comunque la promozione costa sempre qualcosa perché Facebook e Google non fanno beneficenza.
Una soluzione cost effective
Abbiamo quindi studiato una soluzione super economica e super scalabile che permette di partire in quarantotto ore con un sito web minimo ma, altamente ottimizzato per la ricerca locale e una presenza professionale benché limitata, su Google e sui social (Instagram e Facebook).
Siccome Giorgio e Nina sono davvero all’inizio hanno bisogno di un po’ di soldi per pagare le campagne pubblicitarie. Abbiamo dapprima creato le pagine Facebook, Instagram e Google My Business e immediatamente fatto partire una campagna di crowdfouding per finanziare il loro nuovo sito web.
Una serie di gadget e prodotti legati al loro “Ortomio, orto Bio” faranno parte delle ricompense per i finanziatori della raccolta fondi.
Il primo effetto del crowdfounding sarà anche quello di far conoscere l’iniziativa e quindi far partire le vendite.
Per quanto riguarda i social, ogni giorno dall’orto arrivano immagini e notizie sia su Instagram sia su Facebook e così si inizia a creare una rete. Abbiamo quindi avviato la community che diventerà la grande famiglia eco solidale pronta a consumare i prodotti di Ortomio, orto Bio .
Nel frattempo, già al secondo giorno, il sito è online ed verrà indicizzato quasi subito, quindi reperibile nella ricerca locale grazie alle tecniche di Local SEO. L’attivazione della scheda My Business richiede qualche giorno per l’arrivo della cartolina di verifica di Google, ma di fatto siamo già in pista.
La campagna di annunci sponsorizzati su Instagram richiede pochi Euro, anche perché l’abbiamo lanciata a livello super locale cioè in città.
Per creare un maggior traffico abbiamo contattato le redazioni dei due maggiori quotidiani locali, sia carta stampata che online, inviandogli una cartella stampa con la presentazione della nuova iniziativa corredata di intervista a Giorgio e a Nina e di un video (oltre a qualche foto). Abbiamo poi invitato alcuni amici blogger all’apertura dell’Ortomio, orto Bio .
Con una spesa minima su Google e su Facebook facciamo remarketing sul video dell’intervista così da raggiungere nuovamente le persone che hanno visto la notizia e le facciamo atterrare sulla pagina del sito invitandoli a sostenere l’iniziativa.
Cosa succederà dopo?
Se il crowdfounding avrà successo, cioè se si raggiungerà la cifra che serve a finanziare l’ecommerce, partirà una newsletter e avviserà i finanziatori che è andato tutto bene. Li informerà inoltre delle modalità con le quali riceveranno la ricompensa del loro investimento. Fatto questo il sito si arricchirà di uno shop vero e proprio e verrà ampliato fino a diventare un sito completo e non più una semplice landing page.
Le campagne sui social e su google diventeranno stabili e messe a regime. Una parte servirà per la gestione professionale dei canali social, cioè con un Social Media Manager che per un giorno a settimana seguirà tutta la loro attività “content” sui social, programmando post e creando contenuti. Mentre Nina si occuperà giornalmente di rispondere ai fan.
Quanto è costato tutto questo? Poche centinaia di Euro di investimento, di cui un centinaio circa in spese vive (dominio, hosting, blocchi pubblicitari su Instagram e Facebook) il resto sono ore di lavoro loro e nostre (di consulenza).
E vanno online in meno di 48 ore.
Le alternative
a). Tutto uguale ma con un sito fai da te, (tipo Wix per intenderci):
In realtà Giorgio e Nina ci avevano provato ma, il loro sito era francamente inguardabile, non piaceva nemmeno a loro. E poi non era indicizzato correttamente perché ovviamente di SEO non sanno nulla, quindi nessuno lo trovava cercando i loro prodotti.
Risultato? Nessuna telefonata in diverse settimane e molta tristezza.
Oppure:
b). Un contratto annuale con Internet Company per fare sito/social/elenchi telefonici
In questo modo si entra nel grande calderone e ci vuole, almeno un mese prima di essere online con il sito, nessun tipo di consulenza di marketing, nessun supporto e nessuna personalizzazione. E una gestione social a dir poco imbarazzante, chi è cliente lo sa.
Inoltre ti chiedono un sacco di materiale che non è detto che ci sia: foto, testi ecc. Per cui i tempi si allungano. Dopo un anno inoltre incombe il rinnovo automatico e il sito non è mai il tuo.
Ma soprattutto il costo per loro era inaccessibile, almeno il triplo dell’altra soluzione.
Conclusioni
Intanto è una storia vera.
Abbiamo realizzato un progetto come questo la scorsa settimana, anche se Giorgio e Nina sono nomi di fantasia. E non hanno fatto il crowdfounding perché il loro business si sviluppa con cifre diverse e più consistenti rispetto ad un orto cittadino, però la storia è sostanzialmente questa.
Non sempre mi trovo davanti a storie così. Quello che voglio dire però è che a volte si può partire con un progetto piccolo, ma molto concreto, con obiettivi ambiziosi ma raggiungibili.
Questo può essere un modo per far partire un piccolo business e fare Web Marketing con budget limitato, con azioni concrete e forte attenzione al contenimento dei costi. Senza sacrificare troppo la funzionalità.
Il trucco è partire a razzo, essere velocemente online e iniziare a vendere subito per monetizzare abbattendo il più possibile i costi.
Ciao Marco ottimo lavoro complimenti! È propprio quello che serve a me per finalmente iniziare la mia attività e non ripetere gli stessi errori
Ciao Ada ti ringrazio, spesso quello che davvero serve a chi inizia è una soluzione accessibile per farsi conoscere. poi se si lavora bene i clienti crescono e si può passare a programmi più ambiziosi.