Il blog non è un’arena

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E neanche i social dovrebbero esserlo ecco perchè moderiamo i commenti.

La Corte di Cassazione con una sentenza innovativa ha sancito che i gestori dei siti anche non professionali sono responsabili dei commenti dei loro lettori, anche di quelli non anonimi e di conseguenza potrebbero rischiare una condanna per diffamazione (in concorso):
http://www.repubblica.it/tecnologia/2017/01/02/news/la_cassazione_i_siti_sono_responsabili_per_i_commenti_dei_lettori_-155302285/ .






Non mi voglio occupare dell’aspetto giuridico, non sono un avvocato e la mia preparazione è insufficiente in materia penale per dare un qualsivoglia indirizzo riguardo a questo aspetto ma, posso dare una mia opinione sulla base della mia esperienza e sensibilità di creatore ma anche di fruitore di contenuti distribuiti attraverso Internet.

La mia posizione è che la sentenza è sensata per diversi motivi, vorrei spendere perciò due parole soprattutto sull’aspetto tecnico che inevitabilmente condiziona le conclusioni che potrebbe trarre un magistrato in caso di disputa.

Come gestore di questo sito, (ma anche di altri) ho fatto in modo che i commenti agli articoli siano soggetti a moderazione, anche questo che stai leggendo, in pratica è necessario fornire la propria mail per poter inserire un commento e questo non verrà pubblicato finché non sarà approvato manualmente.

Questo per garantire che non vengano pubblicati commenti da parte da bot, cioè programmi automatici che scansionano il web alla ricerca di pagine su cui pubblicare contenuti che generalmente chiamiamo spam.

Ovviamente questo mi permette di rilevare contenuti offensivi, diffamatori e sgradevoli, ed è anche possibile filtrare e cestinare direttamente, senza nemmeno doverli visualizzare, commenti che contengono parole che non desidero vengano usate sul mio blog.

Il mio è un blog piccolissimo e con pochi lettori, per cui mi posso permettere di moderare in prima persona i commenti, ciononostante uso anche filtri automatici, perché non ho intenzione di perdere tempo con spam e contenuti contrari alla mia linea editoriale.

Chi consente che gli utenti tengano comportamenti incivili in un luogo di incontro come una comunità digitale evidentemente è d’accordo con chi insulta e diffama e pertanto va sanzionato, a maggior ragione se da questo ne nasce un clima da arena tipo gabbia da MMA (che non mi dispiace come sport ma oltre ad avere anch’esso delle regole non è ciò che desidero accada nel mio blog).

Occorre moderare i commenti se non si vuole scatenare la rissa.
L’arena va bene per l’MMA e comunque anche qui ci sono regole da rispettare.

Le tecniche per evitare commenti sgradevoli ci sono e sono molto semplici da adottare. In caso di moltissimi commenti come accade sul sito di un giornale online non è possibile moderarli tutti manualmente ma si impiegano filtri automatici come per esempio fa anche Facebook sulle fanpage.

bloccare parole sgradite sulla fanpage
Facebook consente un controllo molto preciso delle parole da bloccare sulle fanpage

Consentendo alle persone offese di sporgere reclamo ed eliminando i contenuti incriminati il problema è risolto alla radice perché nessuno sano di mente scriverebbe un commento diffamatorio, ostile o sgradevole se sa che viene sanzionato subito.

Detto questo chiarisco meglio il motivo per il quale sono d’accordo con questa sentenza:

[quote style=”1″ author=”Marco Bellu”]

Il blog (questo blog) è casa mia, se permettessi a chiunque di comportarsi da incivile a casa mia, sarei indegno di qualunque considerazione: la mia reputazione sarebbe la stessa di chi insulta.

[/quote]

Tutto qui.